RECIPROCAL. Locale, globale, ecologico. Una installazione del Sicily Lab a Gioiosa Marea

“Idea bellissima e realizzazione suggestiva. Un intervento che moltiplica le potenze del sito”

– prof. Marcello Panzarella

Graphic @Matteo Baldissara

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“Una struttura avveniristica ed interattiva in cui la tecnologia informatica è l’elemento chiave”

– CanaleSicilia.it

Graphic @Matteo Baldissara

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“Straordinario”

– La Gazzetta del Sud

Se ha ragione Antoine de Saint-Exupéry che non si vede bene che col cuore poiché l’essenziale è invisibile agli occhi è anche vero che l’essenza delle cose ci risulterebbe sempre inafferrabile se non ideassimo strumenti per rivelarla e portarla alla luce. Con questo spirito il 3 settembre si è realizzata l’istallazione interattiva temporanea “Reciprocal”, un plug-in urbano per la valorizzazione degli spazi pubblici, che incarna quel desiderio di far emergere realtà usualmente sotto il livello di coscienza quotidiana e l’auspicio di sensibilizzare la cittadinanza sulle tematiche del riciclo e dell’ambiente.

Foto di Marcello Panzarella

Foto di Marcello Panzarella

La performance è stata inaugurata alla presenza del Sindaco di Gioiosa Marea dr. Eduardo Spinella, l’assessore all’Urbanistica Maria Grazia Giardina Papa e l’assessore all’Ambiente Basilio Lembo Lucari, sabato 3 settembre in occasione del decennale del Sicily Lab, laboratorio di progettazione del professor Antonino Saggio. Questo complesso impegno progettuale e realizzativo lo si deve in primis al prof. Antonino Saggio e alla squadra di progettisti che conta i nomi di Matteo Baldissara, Valerio Galeone, Davide Motta, Valerio Perna, Gabriele Stancato, Alessandro Perosillo, Silvia Primavera, Manuela Seu e Michele Spano.

Foto di Claudio Lucchesi

Foto di Claudio Lucchesi

Questa istallazione si è sviluppata attraverso una serie di evoluzioni a partire dalla scelta di un sito, particolarmente significativo per il rapporto tra ambiente urbano e ambiente naturale su quella ruvida  linea di confine tracciata dalla ferrovia che separa la città dal suo mare. La forma realizzata si aggrappa fortemente a quel piccolo belvedere oltre il tunnel di piazzale Cristoforo Colombo, accompagna la sinuosità dei colli che si immergono in mare e cerca di catturarne i tramonti.

Foto di Claudio Lucchesi

Foto di Claudio Lucchesi

La scelta della struttura e del materiale sono passati quindi attraverso un particolare il processo di ottimizzazione strutturale che articola porta il modello a lavorare ottimamente “per forma” permettendo di ridurre il materiale necessario alla realizzazione al minimo indispensabile,  il che ovviamente implica la riduzione di consumi e sprechi ai minimi termini rispetto a convenzionali strutture ridondanti o sovradimensionate. Quando si usa l’espressione “resistenza per forma” tra architetti e ingegneri ci capiamo subito, ma vorrei offrire una immagine limpida per chi non è del mestiere. Afferrate un foglio di carta qualsiasi per il lato corto e immediatamente lo vedrete flettersi sotto il proprio peso. Se invece, tenendolo per il medesimo lato, gli imprimete una curvatura flettendo le dita, non solo il foglio rimarrà eretto ma riuscirà a portare anche un carico supplementare come ad esempio una penna. Nulla è cambiato nel foglio, né le sue dimensioni e nemmeno il suo materiale, ciò che imprime questa nuova resistenza all’oggetto è esclusivamente la sua forma. Il processo di ottimizzazione strutturale attuato, traduce quindi la geometria in un complesso intreccio di linee-forza, tracciati di energia invisibili ma concreti. Prendendo a prestito le parole scritte nel 1912 dai Futuristi «Noi dobbiamo appunto disegnare queste linee-forza… noi interpretiamo la natura dando sulla tela queste linee come i principi  o i prolungamenti dei ritmi che gli oggetti imprimono alla nostra sensibilità».  Proprio per questo entra in gioco la musica e l’applicazione della tecnologia Mogees, invenzione dell’italiano Bruno Zamborlin, con la quale è possibile percepire ritmi nascosti negli oggetti più comuni e disparati e di scoprire la musica segreta di comuni oggetti quali una bottiglia di plastica, un barattolo di latta oppure di una ringhiera di metallo, la quale non dimostrava altra pretesa che separare un piazzale da una spiaggia, ma che può al contrario unire la popolazione al proprio ambiente naturale e urbano. Lo strumento sembra quasi un endoscopio che permette di scrutare il palpito della musica degli oggetti e degli ambienti. “Reciprocal” coinvolge la materializzazione di tutte quelle informazioni che permeano il nostro ambiente ma che passano inosservate, per citare  il professor Saggio « si tratta di informazioni già strutturate in modelli a cui sono legati elementi fisici come materiali, componenti, sistemi […] Questa schiuma di informazioni avvolge lo spazio della città in cui noi viviamo e sempre più vivremo. […] Lo spazio può vibrare, diventare performativo e informativo a un tempo, dare e scambiare informazioni salienti e a volte vitali.». La realtà quotidiana in cui siamo immersi trova una nuova voce per rivelarsi a noi e raggiungerci in quello spazio che apparentemente percepiamo vuoto.

Foto di Michele Spano

Foto di Michele Spano

Per questa volontà di connessione si è deciso di costruire la struttura a partire proprio dalla ringhiera sul mare, proiettandola verso il tunnel ferroviario. Le vibrazioni sulla balaustra e quelle veicolate dalla struttura diventano una cosa sola e tramite il ritmo della musica e dell’architettura ci si riappropria della misura dei nostri lughi. Questo meraviglioso matrimonio tra arti e percezione ambientale è stato magistralmente reso dalla performance della cantante siciliana Valeria Cimò  che usando questi strumenti ha fatto risuonare Gioiosa Marea dei suoni della terra madre, che dà vita e nutrimento al corpo e all’anima, in un rapporto reciproco.

video-camera-icon-vector_168642149Vedi la performance e video-intervista

Veniamo quindi a parlare del passaggio fondamentale che riguarda la struttura come disposizione di elementi singoli che lavorano assieme e non solo come geometria complessiva, è qui che entra in gioco la cosiddetta “struttura reciproca”. Si tratta di una invenzione antica con la quale è possibile coprire distanze superiori all’estensione dei singoli elementi strutturali, tramite un sistema in cui ogni elemento lavora sia come modulo portato che portante, scaricando gli sforzi vicendevolmente. La più semplice struttura reciproca realizzabile quindi consiste in tre elementi disposti a triangolo in cui ciascuno passa sopra il successivo e sotto il precedente creando una concatenazione di sforzi di tensione e compressione. Tale metodo costruttivo fu in particolare studiato da Leonardo Da Vinci di cui si possono apprezzare gli schemi nel Codice Atlantico, dove egli entra nel dettaglio illustrando la realizzazione di padiglioni e ponti temporanei costituiti dall’intreccio di aste di legno. Volendo offrire una metafora esplicativa, il principio della reciproca possiamo descriverlo in questo modo: immaginate di volare su di un piccolo aereo a bassa quota sopra una città come può essere Gioiosa Marea e, da lì osservare la popolazione nel suo complesso. Da quella quota le persone vi appariranno a primo acchito tutte uguali, eppure se osservate con attenzione vi accorgerete che ognuna nel suo piccolo ha un ruolo specifico ed è proprio questo che contribuisce a dare forma a quella comunità di individui, che senza il reciproco sostegno si perderebbero in una massa caotica, ciascuno è al tempo stesso di sostegno e a sua volta sostenuto dagli altri!

Algoritmo di Gabriele Stancato, appositamente studiato per il progetto, tramite il software parametrico Grasshopper

Algoritmo di Gabriele Stancato, appositamente studiato per il progetto, tramite il software parametrico Grasshopper

Anche in questa ottica il principio di reciproca e il principio di riciclo trovano un punto d’incontro nell’evento di Gioiosa Marea. Riciclare e riusare i materiali è oltre che una questione pratica, un atto  di attenzione e cura verso gli altri membri di una comunità, che magari potremmo non conoscere direttamente ma che fanno parte del medesimo e delicatissimo tessuto sociale.

Foto di Sergio Giliberto

Foto di Sergio Filiberto

Un altro aspetto importante di “Reciprocal” consiste nel fatto che i moduli sono smontabili e riconfigurabili in qualunque forma si desideri per innumerevoli volte, si tratta quindi di una modalità costruttiva che può trovare sempre nuove applicazioni e materializzare nuove idee. Questa sua flessibilità la colloca perfettamente nel tema del riuso dei materiali che, contrariamente all’atteggiamento consumistico, possono avere molteplici vite e numerose ridefinizioni.

E’ questo intreccio di molteplici livelli di ordine sistemico che costituisce l’invisibile essenza del legame tra ambiente naturale e ambiente antropico e che l’istallazione “Reciprocal” ha portato all’evidenza degli occhi e del cuore dei fruitori.

Progettisti:
Antonino Saggio
Matteo Baldissara
Valerio Galeone
Davide Motta
Valerio Perna
Gabriele Stancato
Alessandro Perosillo
Silvia Primavera
Manuela Seu
Michele Spano

Progettazione parametrica:
Gabriele Stancato

Prototipazione:
Gabriele Stancato
Alessandro Perosillo
Davide Motta
Silvia Primavera

Concept audio:
Michele Spano
Valerio Perna
Manuela Seu

Concept grafico/video:
Valerio Galeone
Matteo Baldissara

 Gabriele Stancato | nITro

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