banCO. Nuove filiere convergono

Vivere insieme nel mondo significa essenzialmente che esiste un mondo di cose tra coloro che lo hanno in comune, come un tavolo è posto tra quelli che vi siedono intorno; il mondo, come ogni in-fra [in-between], mette in relazione e separa gli uomini nello stesso tempo. […] Ciò che rende la società di massa così difficile da sopportare non è, o almeno non è principalmente, il numero delle persone che la compongono, ma il fatto che il mondo che sta tra loro ha perduto il suo potere di riunirle insieme, di metterle in relazione e di separarle. [1]

La parola “banco” esprime, in italiano, una grande pluralità di significati. Un banco può essere ad esempio un tavolo di lavoro, un sedile, un insieme di pesci. L’etimologia del termine è da ricondurre al tedesco antico “banch” ed ha forse la stessa radice della voce “bacino” (antico tedesco “becchin”), con il significato di “incurvatura”, “rialzo di terreno”, e quindi, per estensione, “tavolo” e in particolare quello davanti al quale siedono i mercanti, quindi luogo dove si paga e si commercia. Il concetto di scambio, relazione, in-between, presente – pur con sfumature diverse – nei diversi significati del termine “banco”, è alla base del progetto omonimo, nato nell’aprile 2014 a Ferrara nell’ambito di LOWaste (LIFE+), un programma che ha sperimentato a Ferrara un modello di economia circolare basata sulla prevenzione, il riuso e il riciclo dei rifiuti.

Un pò ufficio, un pò officina, banCO è un incubatore di nuovi artigiani, una piattaforma pensata per consolidare il mercato del making, facendo incontrare clienti e produttori. In particolare il progetto si pone come snodo e congiunzione tra la filiera dei rifiuti e quella dei makers e intende mettere in rete le aziende che forniscono il materiale di scarto, i soggetti che preparano e certificano le materie prime-seconde, gli artigiani e i creativi che si occupano della progettazione e produzione.

diagramma banCo Ferrara

Il diagramma alla base del progetto banCO

Palazzo Savonuzzi a Ferrara banCO

Palazzo Savonuzzi, Ferrara. Vista esterna

spazi palazzo savonuzzi wunderkammer banCO

Organizzazione funzionale degli spazi.

La squadra di lavoro che ha ideato banCO è un mix di giovani creativi, designer e architetti: Ilaria Cesari (Basso Profilo), Leonardo Delmonte (Basso Profilo), Andrea Lucivero, Mara Melloncelli (Altrosguardo), Mattia Menegatti (Altrosguardo) e Lia Simonatto. Per raggiungere gli obiettivi del progetto si intende sviluppare un innovativo modello che sia capace di integrare il co-working con il co-manufacturing, uno spazio, fisico e virtuale, dove dare nuova vita agli scarti e condividere i vecchi e nuovi saperi delle botteghe. Lo sviluppo del progetto è attualmente a cura dell’APS Basso Profilo per conto del Consorzio Wunderkammer e si avvale di numerose partnership: Istituto Don Calabria – Città del RagazzoKilowatt, Cooperativa Sociale La Città Verde e Società srl Indica.

Il coworking è come un bosco, una foresta in cui moltissime specie diverse fra loro prosperano, coesistono e si adattano in modo spontaneo, in un ecosistema favorevole alla vita: ognuna rimane indipendente ma rafforzata dal sistema di relazioni da cui è circondata.” [2]

“banCO #1: Coworking @Wunderkammer” è un bando che a partire da giugno 2014 ha avviato, presso Palazzo Savonuzzi a Ferrara, un’esperienza di co-working e incubatore d’impresa, attraverso l’assegnazione gratuita per 6 mesi di 5 postazioni di lavoro e di una vasta gamma di servizi di supporto integrati (sviluppo del business e opportunità di networking). L’ambiente lavorativo a Wunderkammer è flessibile e funzionale: 5 postazioni in open space, una sala riunioni, un’area caffè e relax, un’ufficio-portineria, una sala polivalente di 200mq per meeting ed eventi, due ampie terrazze e un giardino sul fiume.

Sono state premiate 5 idee progettuali appartenenti ad una delle seguenti categorie: sviluppo e innovazione sociale, smart communities, creative and tech jobs. “BUNKMEMO” (Azzurra Carli), innovativo concetto di allestimento mobile per la fruizione di spazi in condizioni sfavorevoli, “ALBERTO GIGANTE” (Alberto Gigante), progetto audiovisivo caratterizzato da un cifra etico-imprenditoriale, “LASTIKLAB” (Mariangela Savoia), laboratorio per la comunicazione visiva e magazine digitale dedicato al design, all’architettura e all’autoproduzione, “OPS – OFFICINA PROGETTI SMARRITI” (Pietro De Martino), un’officina aperta, un contenitore di idee e manualità a disposizione di tutti, “PERMACULTURA URBANA” (Pierre Houben), un laboratorio per la produzione del cibo in città.

Alla prima edizione del bando (on-line dal 15 aprile al 20 maggio 2014) ha fatto seguito da gennaio 2015 una nuova call rivolta a chi cerca un’alternativa all’ufficio tradizionale e vuole condividere strumenti di lavoro, idee, esperienze, know-how, progetti, creando sinergie ed economie di scala. Da febbraio lavoreranno a Wunderkammer, oltre alla designer Mariangela Savoia e l’arch. Azzurra Carli (già vincitori della prima edizione), il fotografo Claudio Furin, l’arch.Enrica Marchi e Linda Betrame, esperta di comunicazione e social media.

Le abilità tecniche sono principalmente di due tipi: quelle che servono per fabbricare le cose e quelle che servono per ripararle. Delle due attività, la prima può apparire la più creativa, mentre la seconda sembra meno importante, un lavoro effettuato a cose fatte, appunto. In realtà le differenze non sono così grandi. Di solito lo scrittore creativo deve anche fare la revisione, correggere, aggiustare le prime stesure; e non di rado, nel riparare un guasto, al tecnico vengono nuove idee sul funzionamento o la costruzione di quell’apparecchio o impianto. […] Se vogliamo assumere il modello del laboratorio come guida al cambiamento dobbiamo, una volta di più, immergerci nel lavoro concreto di chi le riparazioni le effettua. [3]

Dopo aver attivato uno spazio di co-working, la seconda fase del progetto banCO si concentrerà sul tema del co-manufacturing, realizzando un’officina condivisa in cui “imparare a riparare” e produrre da sé oggetti di design, con particolare attenzione a quelli realizzati attraverso il riuso di materiali o attraverso percorsi di inclusione sociale. Non verrà trascurato l’aspetto della commercializzazione, si prevede, infatti, di aprire uno store a Ferrara e una piattaforma online per la vendita dei prodotti.

Note:

[1] Hannah Arendt, Vita Activa. La condizione umana, Bompiani Editore, Milano, 2001, IX edizione, pag. 38.

[2] Innovatori Visionari e Riccardo Valentino, Coworkingprogress. Il futuro è arrivato, Nomos Edizioni, Busto Arsizio, 2013, pag. 21.

[3] Richard Sennet, Insieme. Rituali, piaceri, politiche della collaborazioneGiangiacomo Feltrinelli Editore, Milano, 2014, prima edizione nell’ “Universale Economica”, pagg. 219-220.

COwriter: Leonardo Delmonte | Basso Profilo

Leonardo Delmonte, hacker urbano e giardiniere, è co-founder e direttore dell’APS “Basso Profilo”, associazione che diffonde le pratiche di cittadinanza attiva al fine di promuovere, tutelare e valorizzare il patrimonio locale del territorio. È ideatore e coordinatore del programma Ri-generazione Urbana, un esperimento di ricognizione e ripensamento dei luoghi marginali della città di Ferrara, sviluppato dal 2010 con il contributo della Regione Emilia-Romagna. Inoltre è tra i fondatori e il segretario del Consorzio “Wunderkammer”, un centro di produzione culturale e incubatore di innovazione sociale attivo dal 2013 presso gli ex magazzini fluviali di Ferrara. Attualmente è impegnato nella realizzazione di progetti legati alle tematiche del greening urbano, dell’agricivismo e dell’economia della condivisione.

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