YAP / Young Architects Program
Quale miglior modo, se non quello di dare voce ai giovani architetti, per cercare di contrastare la crisi economica e sociale che il panorama mondiale si è trovato costretto ad affrontare? Forse, da due anni a questa parte, qualcosa in Italia si sta’ muovendo. La risposta viene dal MAXXI (Museo delle Arti del XXI sec.) di Roma, che nel 2011 ha unito le forze con il MOMA (Museum of Modern Art) e il MOMA PS1 di New York per lanciare YAP MAXXI, versione italiana dell’oramai affermato YAP (Young Architects Program) di New York giunto alla sua XIV edizione. Come per il MoMA PS1, la selezione dei cinque finalisti e la scelta della proposta da realizzare avviene con la collaborazione di un ampio numero di segnalatori e di una giuria mista. L’obiettivo, oltre che sottolineare la natura di spazio pubblico del giardino del MAXXI, è promuovere progettisti innovativi e sensibili ai temi della salvaguardia dell’ambiente. La mostra, aperta contemporaneamente al MoMA e al MAXXI, documenta insieme le cinque proposte finaliste. Vincitori delle scorse edizioni YAP MAXXI
2011 WHATAMI dello studio stARTT
“WHATAMI è un arcipelago di un mare immaginario composto di isole mobili, che si dispongono liberamente lungo il piazzale esterno del Museo, a seconda delle necessità e degli usi. Si distende lungo la superficie di cemento, o rifluisce, nella sua formazione chiusa, all’interno dell’area individuata dal bando. WHATAMI è la corruzione di “What am I” declinazione industriale del primo puzzle inventato nel 700 a scopo ludico-didattico da John Spilsbury , che si smontava lungo i confini geografici delle terre emerse e delle catene montuose. Un gioco compositivo che vuole essere anche un omaggio alle mappe geografiche di Alighiero Boetti, a cui è dedicato il piazzale del MAXXI. La grande collina fissa risolve la collocazione sulla gradonata, di un luogo che si intende destinato al relax ed alla sosta, fatto di superfici morbide e continue. Su di essa si stagliano i grandi fiori artificiali che garantiscono l’ombra durante il giorno e l’illuminazione nelle ore notturne. Gli elementi mobili sono oggetti poggiati sul playground costituito dalla stessa piazza dura del Maxxi. Il risultato è un paesaggio onirico fatto di linee geografiche che galleggiano su un mare solido di cemento bianco e che sostengono i grandi fiori artificiali.”
foto by stARTT
L’allestimento prevede un doppio processo di riciclo: la terra e il prato sono stati destinati a un progetto di riqualificazione del verde promosso da Legambiente nel quartiere Garbatella, mentre i 18 fiori in vetroresina rossa alti 5 metri saranno portati prima in altri luoghi museali italiani e, infine, destinati a uno degli spazi pubblici del Villaggio Olimpico, grazie ad un accordo in corso di definizione con l’Assessorato alle Politiche Culturali al Centro Storico di Roma Capitale.
2012 Unire/Unite di Urban Movement Design
“UNIRE/UNITE presenta un approccio giocoso ed una capacità di sperimentare l’architettura del MAXXI e della sua piazza attraverso il corpo, stimolando l’interazione con lo spazio. I confini della percezione sensoriale sono superati attraverso le sinuose curve della scultorea seduta e delle pergole vegetali appoggiate su un piano lievemente inclinato per unire le diverse parti della piazza. Il progetto, che ospiterà le attività estive nello spazio esterno del museo, è contraddistinto da una sostenibilità tanto fisica quanto materiale: oltre a rendere l’installazione accessibile a tutti, impiega infatti materiali naturali e riciclati che rendono le forme e le superfici morbide alla vista e al tatto.“ Come per l’anno precedente tale installazione ha trovato la sua ricollocazione in un’altra area della città, nel caso specifico si parla di un progetto di riqualificazione della Riserva Naturale Regionale della Valle dei Casali (adiacenza a via Casetta Mattei) dandole nuova vita ed uno nuovo scenario.
foto by Domus
2013 HE dello studio BAM
“He è un’installazione aerostatica di grandi dimensioni che, alzandosi sopra la piazza del MAXXI, fluttua nell’aria proiettando la sua ombra sull’erba e su una piattaforma di legno tutto intorno: luogo di sosta, gioco e relax. Durante il giorno, dal perimetro del prisma aerostatico gocciola acqua che delimita idealmente lo spazio sotto il volume e crea una cortina rinfrescante per il pubblico. Quando scende la notte, l’acqua lascia il posto alla luce che trasforma l’aerostato in una lanterna sospesa nel cielo. Grandi dimensioni e leggerezza, innovazione e flessibilità, trasparenza e sostenibilità sono le caratteristiche di He. Alla fine dell’estate il prisma sarà sgonfiato e l’elio sarà recuperato e impiegato nella ricerca scientifica e medica.” L’obiettivo quindi che si prefigge lo YAP è quello non solo di rendere vissuta l’architettura e l’arte, ma di intessere una rete cognitiva e di riqualificazione dell’intero contesto cittadino.
links: fondazionemaxxi.it, startt.it, domusweb.it
Ilaria Di Clemente | nITro