Uno dei momenti fondativi della graphic art è l’apparizione della serie Gaussian Quadratic di Michael Noll alla “Word Exhibition of Computer Graphics” tenutasi alla Howard Wise Gallery di New York nel 1965. In questo periodo, i pionieri della Graphic art non erano veri e propri artisti, piuttosto matematici e sviluppatori di software prestati alla grafica, che lavoravano principalmente con computer IBM 7094 e programmi appositamente ideati. Nella fattispecie , gli intrecci geometrici di Gaussian Qadratic sono generati da General Dynamics Sc-4020, un software creato dallo stesso Noll. Una volta generate le immagini, queste venivano trasferite su supporti di tipo tradizionale mediante l’utilizzo di un plotter. Il risultato è una configurazione di linee governate da parametri prestabiliti che seguono un’iconografia e uno stile che hanno uno stretto legame con il patrimonio formale cubista. L’elaborazione attinge abbastanza direttamente da Ma Jolie di Pablo Picasso (Museum of Modern Art di New York) rappresentando, in un certo qual modo, “l’esoscheletro” del dipinto dell’artista spagnolo. Le forti angolature delle spezzate unite alla costante sovrapposizione di linee nette, travalica il tempo e avvicina indissolubilmente la figuratività delle due opere, facendo dell’una la naturale prosecuzione dell’altra.
Nonostante i tratti in comune tra le due opere, ciò che le differenzia è il significato che i due artisti assegnano al processo compositivo. Picasso è interessato alla “sintesi” dell’oggetto, indagando il processo di scomposizione e portando lo spostamento e la molteplicità dei punti di vista alle estreme conseguenze. Non esistono vincoli prospettici, le immagini si compongono di frammenti di realtà, colti da punti di vista differenti, da attuare una rappresentazione totalizzante dell’oggetto stesso.
Diversamente Michael Noll, individua l’elemento creativo nel procedimento di calcolo più che nell’oggetto da esso derivato. Seppure ancora ad uno stadio primitivo di sviluppo, ciò che diviene fondamentale è il concetto di processo.
di Antonio De Rosa + Luca Bregni