
forse non sono le città che salveranno i paesi, ma viceversa. (Franco Arminio)
Suggestive, sospese nel tempo. Sono molte oggi le cosiddette “città fantasma”, luoghi di cui spesso non restano che pochi ruderi, dei quali la natura si riappropria dopo essere state teatro delle umane vicende; luoghi dove la memoria del passato vissuto continua a vivere forte in quel che resta delle strade, delle case ormai disabitate e delle piazze non più vissute. Per queste ‘città fantasma’ non esiste una descrizione univoca o una letteratura concorde di riferimento: su di esse si può proiettare una sguardo legato alla cultura del luogo dove sono state ubicate e poi abbandonate; geografico in relazione al loro posizionamento e precedente funzione politica/simbolica; economico qualora si riconduca la loro esistenza solamente a una possibile precedente funzione di crocevia commerciale.
Una particolare definizione è quella che dà lo scrittore americano T. Lindsey Baker[1], per il quale semplicemente esse sono “luoghi che semplicemente hanno perso la loro ragione di essere”. Se volessimo piegare l’idea dell’autore ad un sapere architettonico, potremmo ipotizzare che quella loro ragion d’essere si nasconda in una funzione perduta, un ruolo ricoperto nell’ecosistema territoriale non più presente o solamente dimenticato a causa dell’emergenza di nuove condizioni e aspettative che queste città non hanno avuto la forza al tempo di soddisfare e delle quali oggi rimane solamente “una oscura parvenza di un sé precedente”[2].
Il nuovo numero di On/Off Magazine intende aprire un focus su queste “città perdute”, nella convinzione che questi luoghi e la loro memoria abbiano il potenziale di indicare al vivere presente possibili scenari futuri; che nella loro morfologia, nelle loro assenze si celino le chiavi di una possibile lettura che possa riportarne alla luce l’originale valore e significato. Nel nostro numero leggerete di cittadine siciliane come Gioiosa Guardia, insediamento di fondazione greca e parte di una rete di percorsi siciliani legati agli spostamenti aurali, ed oggi caso emblematico della situazione critica dei ‘centri abbandonati’ su tutto il territorio italiano; ci seguirete in affascinanti ricostruzioni della storia dei nostri luoghi attraverso i suoi percorsi di crinale e di come proprio la ‘percorrenza’ di questi ultimi getti nuove luci sull’antropizzazione dei nostri territori; vi perderete in trittici artistici generati dall’intelligenza artificiale dove l’interpretazione del linguaggio da parte della macchina diventa la chiave per un viaggio introspettivo e catartico alla ricerca di espressioni nuove di guardare al mondo reale.
Il nostro obiettivo è quello di sempre, qualsiasi sia lo strumento d’indagine o l’artificio letterario da noi utilizzato per raccontarvi le nostre storie: vogliamo guardare a queste ‘città perdute’ attraverso la forza del progetto di architettura, una forza che sia in grado di proiettare su di loro una nuova luce e una nuova vita, di trasformarle quindi da perdute in ‘non perdute’. E da qui il nome del nostro nuovo numero ‘UNLost City’, per indicare quello che ancora è lì e aspetta solamente di essere riscoperto, qualcosa di perduto ma ritrovato.
Laddove spesso i tentativi della politica si sono rivelati inefficaci, ciò che ci muove è il superamento dell’idea nostalgica di riabitare, affinché memoria e nuove tecnologie si intreccino verso la riscoperta di questi luoghi del nostro territorio per scoprire se ancora essi conservino in sé la forza di raccontarci qualcosa sui motivi della loro esistenza. Noi crediamo di sì e forse, tutto ciò che serve, è saperli ascoltare.
Valerio Perna, Davide Motta curatori del 16º numero di On/Off Magazine UNLost City
[1] Baker, T. Lindsay (2003). More Ghost Towns of Texas. Norman, OK: University of Oklahoma Press.
[2] Hall, Shawn (2010). Ghost Towns and Mining Camps of Southern Nevada. Charleston, SC: Arcadia