L’hai vista, eccola è lì, guarda lì ce ne è un’altra, mi indicavano con il dito. Eravamo lì come tutte le estati, una trentina di ragazzini sdraiati sulle gradinate di quel ponte per noi tanto speciale, con il tintinnio dell’acqua del Velino che scorreva al di sotto e l’umidità penetrante della notte che ci costringeva a stringerci creando quella condizione di disagio che rendeva tutto più avventuroso.
Era il nostro osservatorio naturale da cui, la notte di San Lorenzo poter vedere le stelle cadenti ed esprimere quel desiderio così segreto che solo ad una stella è possibile svelare. Da adolescenti invece, il ponte diventava il palcoscenico e le stelle le testimoni di quei primi batticuore così intensi e inebrianti così difficili da spiegare, così invisibili alla ragione, così magici da poter essere condivisi solo con il cielo.
L’acqua materna culla del movimento e della vita è specchio della volta celeste ed è a quella volta celeste che l’uomo si animò col pensiero, guardandole lontane, le stelle, di quei punti vivi di luci ne restò senz’altro illuminato. Quella forte emozione di solitudini luminose lo trasformò definitivamente segnandone il destino umano come un Sigillo.
Forse, dovremmo ricominciare da questo sentimento-legame così intimo e inconscio, da questa solidarietà cosmica che ci consenta di ricreare un ponte tra Terra e Cielo.
Oggi sappiamo che non è solo l’umanità ad essere un sottoprodotto del divenire cosmico, anche il cosmo è un sottoprodotto di un divenire antropo-sociale ed è da questa interdipendenza che dobbiamo ripartire.
Molti fenomeni o eventi a cui assistiamo quotidianamente sono la conseguenza di relazioni interplanetarie che spesso dimentichiamo, che richiedono un salto cognitivo al di fuori del nostro sistema di riferimento e la conquista di una dimensione altra, cosmica appunto, che ci consenta quello sguardo alla macro scala in grado di farci comprendere i processi che regolano e organizzano la grande danza della vita di cui l’uomo è parte integrante.

Aurora boreale, a sinistra vista dallo spazio a destra, il fenomeno dell’aurora nel paesaggio finlandese, through: a sinistra www.slideplayer.it , a destra www.zingarate.com
Ci sono luoghi come i paesi scandinavi, in cui queste relazioni sono più evidenti come al polo nord, dove le aurore boreali o “dame sfuggenti” come vengono chiamate dagli scandinavi sono l’espressione di un’attività che ha origine sul Sole a ben 149 milioni di km dalla Terra a causa dell’interazione tra le particelle elettricamente cariche del vento solare e gli atomi neutri della magnetosfera che è fondamentale perché devia i raggi cosmici e tutte le particelle cariche attraverso le fasce di Van Allen, riducendone la quantità che arriva al suolo. Maggiore è l’intensità delle radiazioni solari e quindi delle macchie solari e più intense sono le tempeste magnetiche con bande luminose che vanno dal colore rosso se vi è la presenza di azoto al verde se c’è ossigeno. Molti studi inoltre, mostrano che esiste una stretta correlazione tra la temperatura globale e il flusso cosmico, con la prima che aumenta ogni volta che il secondo diminuisce e viceversa.
Se questa interazione tra flussi cosmici e magnetosfera è dimostrato, agisce sul sistema di orientamento di alcuni animali come piccioni, balene e delfini, è lecito chiedersi se e come questa attività possa influire sugli altri esseri viventi, uomo compreso.
Questa particolare posizione delle zone artiche, tra il 60° e il 70° di latitudine è la causa di altri fenomeni come il sole di mezzanotte che rappresenta un’altra relazione cosmica tra la grande stella che in estate non scende mai al di sotto della linea dell’orizzonte e l’inclinazione dell’asse terrestre.
Durante questo evento, possiamo vedere a mezzanotte i bambini che in pieno giorno, corrono sui pattini, piccoli battelli a motore che escono dal porto e gruppi di persone sedute qua e là sulle rocce che si godono una luce che sembra non esaurirsi mai.
La notte polare invece, in cui sono le tenebre ad avvolgerti è la controparte del sole di mezzanotte ed è altrettanto suggestiva.
Per intere settimane il sole non sorge al di sopra dell’orizzonte e la terra è rischiarata solo dal candore della neve, dalle stelle, dalla luna e dalle aurore. I laghi e il mare sono gelati e ci si può camminare, pattinare o andare in bicicletta.

Immagini dei laghi e del mare ghiacciati, through http://www.ansa.it
Quando non si hanno più quegli strumenti cognitivi legati ai cicli circadiani del giorno e della notte, che succede? Sicuramente emerge un nuovo modo di vedere e la possibilità di percepire un’altra dimensione e uno spazio diverso in cui non c’è più una corrispondenza spazio-temporale tra le lancette dell’orologio e la realtà contestuale ma un continuum che è anche un continuum spaziale, una dimensione non più piatta-bidimensionale ma sferica in cui l’inizio coincide con la fine.

Immagine dello spazio curvo, sferico, through http://www.sei.aero
Questo legame più forte con il cosmo influenza la nostra coscienza riflessiva [1] che consente quell’astrazione cognitiva in grado di creare immagini mentali e di formulare valori, credenze, scopi e strategie.
Anche la luce, è una luce riflessiva. Il sole infatti in questi paesi non è mai alto e splendente ma c’è una luce sempre radente che risalta il gioco di luci e di ombre svelando i dettagli più nascosti e intimi, come se guardassimo ad una risoluzione più alta, più conoscitiva, più consapevole.

Sole di mezzanotte alle isole Lofoten, through www.tuttidentro.wordpress.com
Forse è per tutte queste condizioni così speciali che nei paesi nordici è così forte il sentimento di dipendenza ecologica tanto da essere i Paesi più all’avanguardia sui temi della sostenibilità ambientale.
La possibilità non solo di rendere visibili ma di cooperare con alcune attività interplanetarie è sicuramente un modo per ricreare e rafforzare quel legame-relazione da cui dipende l’esistenza di tutti gli esseri viventi.
In che modo il progetto di architettura è in grado di incarnare queste relazioni e diventare l’espressione concreta di questa relazione-legame?
Il progetto Marea, realizzato nel 2013 in occasione del workshop che si è tenuto a Gioiosa Marea (Me), frutto della collaborazione tra il SicilyLab e la Polis University di Tirana, cerca di realizzare un ponte tra Terra e Cielo, affrontando tre scale d’intervento: territoriale, di urban design e quella architettonica.
L’idea è di ricreare un collegamento attraverso relazioni interplanetarie, tra la città vecchia, Gioiosa Guardia, posizionata in alto e la nuova, Gioiosa Marea che digrada lungo le pendici della montagna fino al mare.
Il legame con la montagna-Gioiosa Guardia abbandonata a causa di un terribile terremoto avvenuto nel 1783, è così forte che gli abitanti ripercorrono ancora oggi la discesa-esodo verso il mare e molte delle chiese attuali sono state ricostruite utilizzando le stesse pietre della vecchia città.
Come ricreare progettualmente questo legame tra le due “Gioiose” che è anche un legame tra il Cielo, Terra e Mare?
Alla scala dell’urban design, la vecchia città, di cui rimangono oggi solo dei ruderi a testimonianza dell’antico ruolo difensivo grazie ad una posizione eccezionale che guarda a 360° il mare, le montagne tutte attorno fino a intravedere nelle giornate più rischiarate il “continente”, rappresenta il collegamento ideale con la volta celeste e con le stelle.

Immagine che evidenzia la posizione di eccezionalità di Gioisa Guardia con le varie viste possibili, progetto Marea, SicilyLab e la Polis University Tirana, arch: R. Angelini, L. Bregasi (coord) R. Faralli, G. D’Emilio, V.Galeone, G. Troisi, (SicilyLab) M.Disha, F.Imami, E.Hoxha (Polis University)
Gioiosa Guardia nel progetto diventa una stazione astronomica il punto dal quale ci si riconnette con il cosmo attraverso un sistema leggero di telescopi. Un sistema di percorsi differenziati ciascuno con una sua specificità, sport, trekking, archeologia conducono da diversi punti del vasto territorio alla base-osservatorio, è un viaggio alla ricerca del il nostro imprinting.
Le cime delle montagne circostanti Gioiosa Guardia di notte si illuminano attraverso sistemi di ricarica fotovoltaici come fossero i segnali che attraverso la luce ci inviano le stelle ricreando un dialogo, un legame con il territorio.
Dall’osservatorio-guardia si ripercorre la discesa-esodo, verso il canale Zappardino, come il percorso dell’acqua e dei numerosi torrenti che hanno scavato e modellato il territorio ci ricongiungiamo al mare. Tutte queste informazioni-messaggi del cosmo e delle stelle, vengono inviate al centro-studi delle maree che rappresenta il progetto architettonico vero e proprio.

Schema-idea concettuale del progetto Marea del collegamento planetario ricreato tra Cielo-Gioiosa Guardia, Terra-Gioiosa Marea e il Mare con la Luna e le maree.
Il progetto architettonico infatti, collocato quasi a metà della città nuova, Gioiosa Marea dove è stato previsto anche il ridisegno dello spazio circostante mediante la realizzazione di una piazza pubblica è principalmente un centro per lo studio ed il monitoraggio dell’attività lunare, caratterizzato anche da una mixitè funzionale per lo svolgimento di attività sportivo-meditativo, attività commerciali, un luogo dove organizzare corsi e seminari incentrati sull’influenza delle fasi lunari nell’uomo, nelle piante, l’influenza sull’acqua, su tutto ciò che contiene liquidi.
Anche il mare è parte della danza cosmica e attraverso il movimento delle maree ci riconnette alla luna e quindi al cosmo. Attraverso piattaforme-sonde galleggianti posizionate in punti strategici lungo la costa del messinese è possibile rilevare informazioni sull’andamento delle maree e quindi sulle fasi lunari.
Il punto di unione tra montagna, mare e cosmo, l’anello di congiunzione di questo legame univoco è il progetto architettonico che si trova su Corso Umberto.
L’edificio si sviluppa al di sotto della piazza e vi si accede attraverso una scala che si apre come un vuoto-cratere.
Lo spazio che precede la discesa all’edificio, che si configura come un paesaggio lunare che si affaccia sul mare, dalle forme leggere e sinuose come modellate da un vento cosmico che ne suggerisce diversi usi, si anima con l’acqua in relazione alle fasi lunari. Parte della piazza infatti si riempie d’acqua nei giorni di alta marea ovvero nei giorni di luna nuova e piena, viceversa si svuota con la bassa marea.
L’edificio è realizzato con pietre posate a secco, in ricordo di quelle riportate dalla vecchia città durante la fuga e le informazioni-relazioni che provengono dall’osservatorio di Gioiosa Guardia e dal mare attraverso le sonde disposte lungo la costa, vengono rielaborate e restituite dall’edificio attraverso la diversa intensità della luce che filtra tra le pietre perché programmata con le fasi lunari.
L’edifico diventa allora l’emanazione di quelle interconnessioni cosmiche dove l’uomo-osservatore è l’anello ultimo di questa danza è il testimone di quell’incanto che ogni volta si rinnova per l’emozione di quel legame Universale ritrovato.
Rosetta Angelini | nITro
Note
[1] La cognizione, come ci spiega la Teoria di Santiago, è un fenomeno molto più ampio della coscienza. Quest’ultima infatti è l’esperienza vissuta consapevolmente che si dischiude solo a certi livelli di complessità cognitiva che richiedono l’esistenza d un cervello e di un sistema nervoso evoluto perché è un tipo particolare di processo cognitivo é detta anche coscienza riflessiva che a differenza di quella primaria caratterizzata solo da un’esperienza percettiva, è di ordine superiore, include la conoscenza di se stesso da parte di un soggetto capace di pensiero e riflessione