Facendo diligentemente la raccolta differenziata sotto casa qualche anno fa, mentre gettavo i rifiuti ripercorrevo tutto quello che avevo fatto durante la settimana: “questa scatoletta di tonno era della cena con Raffaella, la bottiglia di Primitivo dell’aperitivo con Niki l’altra sera e la foto mal riuscita del lavoro che non ho ancora consegnato e il termine del concorso scade…e il pieghevole della rassegna del Tam, è finita anche quest’anno…quanti spettacoli ho perso quest’anno? la lettera che non gli mando…sbaglio? ma tanto non risponde…devo sembrare totalmente pazza…ah l’ennesimo mazzo di carte strappato…chissà se è l’ultimo“
Allora mi sono accorta di cosa siano realmente i Rifiuti. Sono I RIFIUTI lo dice la parola. Tutto quello che noi rifiutiamo perché ci appare ormai inutile, consumato, vecchio, brutto, sconveniente, esteticamente inaccettabile per tenerlo nel luogo dove abitiamo, viviamo, ci nutriamo, amiamo o tutto quello che ha rifiutato noi dolorosamente e allora non vogliamo più neppure sentire nominare.
Questo progetto nasce dall’ipotesi che la materia sia la manifestazione visibile di una dimensione non visibile, cosa che in realtà anche i fisici affermano, pur partendo da una prospettiva differente.
Ecco allora che tutta questa immondizia da cui siamo costantemente sommersi si rivela essere semplicemente la manifestazione materiale della somma formidabile dei rifiuti interiori che diamo e subiamo instancabilmente ogni giorno. E dunque perché non renderlo palese attraverso una ricerca artistica, con un progetto che possa anche essere d’ispirazione nella vita quotidiana?
A partire da questa prospettiva l’ obiettivo diventa esattamente ciò che le parole stesse raccontano: il riciclo dei rifiuti umani dati e ricevuti in nuove potenzialità emotive, riflessive e sentimentali, in una parola in nuova vita potenziale, attraverso un percorso artistico che alla fine dovrebbe risultare catartico. Si restituisce così l’arte alla sua iniziale valenza sacra e sociale stimolando i cittadini in modo creativo ad una relazione più consapevole con i rifiuti e più intima con l’arte stessa.
L’idea è quella di disseminare la città in luoghi chiave di cassonetti per la Raccolta Differenziata di Rifiuti Umani, si può partire anche con un unico set di contenitori inaugurato in un luogo strategico e centrale.
La differenziazione ricalcherebbe quella dei tradizionali rifiuti materiali, solo i loghi con le istruzioni cambierebbero. Ci sarebbero come per i rifiuti comuni la Carta, il Vetro, gli Umidi, gli Indifferenziati, i rifiuti Secchi e i Tossici, con i simboli simili a quelli standard e una legenda per aiutare il cittadino nella raccolta.
I rifiuti da inserire negli appositi contenitori sarebbero di volta in volta oggetti, manoscritti, fotografie, mail, abiti, bottiglie, ricordi di varia natura, libri, etc. che rappresentino un rifiuto dato o ricevuto. Ad esempio i Rifiuti Umidi riguarderanno i fluidi del corpo e principalmente, immagino, le lacrime, saranno dunque i rifiuti più emotivi, quelli che ci hanno fatto piangere, o con cui abbiamo fatto piangere qualcuno.
Il simbolo esposto nel contenitore di riferimento sarà quasi certamente un cuore spezzato. I rifiuti secchi saranno quelli senza appello, quelli che non abbiamo potuto discutere o rielaborare, quelli tossici i rifiuti che ci hanno avvelenato la vita o con cui noi l’abbiamo avvelenata a qualcun altro.
Allegato ad ogni rifiuto inserito nei contenitori ci dovrà essere una descrizione dello stesso, più o meno lunga a discrezione di chi lo inserirà e, a meno che non si voglia rimanere anonimi, la mail di chi lo inserisce. Ogni tot tempo prestabilito, fissato in precedenza e reso noto al pubblico, i contenitori verranno aperti e il contenuto consegnato all’artista incaricato del riciclaggio.
Una volta riciclato il rifiuto, colui che l’aveva lasciato nel cassonetto, verrà informato e potrà fruire dell’opera nei modi e tempi previsti dall’artista e completare così l’esperienza catartica che l’intero percorso dovrebbe assicurare.
Il tipo di fruizione potrà essere collettiva o privata. I rifiuti stessi potranno essere riciclati singolarmente o collettivamente. Per chi volesse rimanere anonimo si cercherà un riciclaggio adatto, che non implichi alcun tipo di esposizione.
E’ prevista una copertura web (social network, blog, etc) che tenga aggiornata la cittadinanza sull’evoluzione e sulle varie fasi del progetto in modo tale che ogni utente dei cassonetti possa monitorare in tempo reale lo stato del proprio rifiuto e il processo a cui lo sottopone l’artista, proprio come si farebbe per una gravidanza.
Scrivo genericamente l’artista perché nelle mie visioni future questo progetto dopo alcune sperimentazioni pilota dovrebbe estendersi a macchia di leopardo e coinvolgere una rete di artisti oltre a me nel delicato ruolo di artisti riciclatori.
Il progetto si può abbinare a workshop di natura performativa in cui ogni partecipante abbia modo di attraversare i rifiuti propri e degli altri utilizzando un linguaggio artistico come strumento catartico in un percorso che dovrebbe portare alla creazione di un happening finale.
guest writer | Claudia Fabris
Claudia Fabris progetta spazi, installazioni ed eventi performativi che creano relazioni e sinergie tra la fotografia, gli abiti, la parola e il cibo in un percorso di ricerca artistica che trova nel corpo il proprio fulcro, coinvolgendo gli spettatori su differenti piani percettivi per sciogliere la linea di confine tra chi fa l’arte e chi la guarda.
Mi piace molto questo singolare, artistico approccio al problema del riciclo dei rifiuti, Un progetto basato su una rivoluzione artistica della raccolta e riciclo dei rifiuti non più dettati da una selezione complicata dei diversi tipi degli stessi (carta, vetro e plastica e metalli, materiali alimentari e organici, materiali non riciclabili) ma dalla relazione intima che esiste tra noi e il rifiuto, che è “tutto quello che non vogliamo più neppure sentire nominare”.Da questa considerazione nasce una diversa raccolta differenziata destinata a cassonetti intitolati al diverso rapporto tra l’individuo e lo specifico rifiuto: lettere, libri fotografie, manoscritti etc nel cassonetto della Carta, rifiuti misti di studio, lavoro, amicizia famiglia nel Cassonetto “Multimateriale”,memorie di rifiuti inappellabili nel Secco!, Rifiuti emotivi di diversa origine nei Tossici e umido organico. Da questa raccolta inizia il percorso di riciclo (esperienza catartica) ,affidato a un artista o a gruppi d’artisti, che il diretto ineressato può seguire sulla rete (blog,social network, etcc.)