
Sotterranee, misteriose, oscure e a volte anche minacciose. L’immaginario collettivo per secoli ha tratteggiato le grotte, e gli spazi del sottosuolo, come qualcosa di antitetico rispetto alla dimensione terrena; spazi ‘altri’ – per dirla alla Foucault – a cui l’accesso è destinato solo a pochi eletti che, seguendo un percorso quasi esoterico, hanno il coraggio di addentrarsi nelle viscere della terra alla ricerca di un qualcosa ivi custodito.
Eppure, se ci distacchiamo da una certa letteratura e dall’idea di grotte da esse trasmessa, ci renderemo conto come in realtà queste rappresentino niente più che uno spazio al ‘negativo’ di ciò che succede al di sopra, una dimensione sospesa in attesa di essere compresa e rappresentata.
Non vi è nulla di spaventoso nelle grotte. Vi è solamente un’assenza in attesa di diventare presenza, un’epifania nascosta in grado di farsi manifestazione di una spazialità momentaneamente interrotta ma non per questo non presente in nuce.
Per noi, ‘assenza’ è molto spesso un termine che richiama un vuoto: l’assenza per la perdita di una persona cara; l’assenza di un’idea; l’assenza di un motivo per rinnovare le nostre vite. Raramente la immaginiamo in maniera propositiva, come qualcosa che “ancora” non c’è ma proprio per questo potrà esserci. Riguardo a ciò, lo scrittore Paolo Nori, parlando proprio del rivestimento mai completato della facciata della Basilica di San Petronio a Bologna si esprime con queste parole: “lì dietro, c’è tutto, in un certo senso, perché non c’è tutto, perché manca un sacco di roba, e allora c’è tutto[1]”, e ci mostra come la comprensione dell’assenza, della ‘mancanza’, sia un problema squisitamente di punto di vista e non di carenza originale.
Il nuovo numero di On/Off Magazine, dal titolo #Underground, ha voluto lavorare proprio in questa intersezione sospesa tra ciò che è “sopra” e ciò che è “sotto”, tentando di dare valore ad una spazialità potenziale in molti casi sotto i nostri occhi ma molto spesso dimenticata. All’interno del numero potrete leggere di musei e progetti sotterranei che fanno dell’in-between una modalità di intervento nello spazio costruito tramite l’inserimento di poetici landmark sospesi tra ‘cielo e terra’; vedrete come la simbologia e l’etimologia delle parole possa darci più di una chiave di lettura del sottosuolo in una narrazione circolare che parte dall’antichità fino ad arrivare ai giorni; e di come le tecnologie digitali possano aiutarci a comprendere e rappresentare quegli spazi al fine di trasformarli in materiale di progetto grazie alla possibilità di estrarre da essi dati che possano divenire informazioni dinamiche e interconnesse.
Abbiamo voluto intraprendere un viaggio al ‘contrario’ con questo nuovo numero. Siamo voluti scendere al di sotto del piano di calpestio dei nostri piedi per interrogarci su cosa possiamo ancora scoprire esplorando una dimensione, quella del sottosuolo, spesso dimenticata nonostante l’importante ruolo che da sempre svolge per le città, ma non per questo meno reale di quello che ci circonda sotto la luce del sole. In un moto quasi dantesco siamo scesi per raccontare, attraverso ogni singolo articolo, una possibile risalita verso il mondo visibile.
Gaetano De Francesco, Valerio Perna curatori del 15º numero di On/Off Magazine Underground
[1] Paolo Nori in Saggese F.L., “Il mondo visto da dietro”, Edicolors 2015, Presentazione