TONO? MA CHE BEL NOME PER UNA GROTTA

Henri Khunrath, Amphiteatrum Sapienzae

Se vi è un luogo nativo dell’ underground ebbene quello è la grotta: dai miti antichi di Platone ai dipinti delle prime artiste paleolitiche, al più grande romanzo per giovani mai scritto – il Tom Sawyer di Mark Twain – non c’è undergorund senza grotta. Qui l’antopologa autrice dell’articolo racconta la incredibile ricchezza dfella Grotta del Tono a Gioiosa Marea: una quasi sconosciuta.

Ogni grotta ha una storia da raccontare, una favola antica capace di farci viaggiare indietro nello spazio e nel tempo e di farci sentire un legame, una sorta di appartenenza indissolubile con quel luogo pieno di bellezza e di mistero, in un percorso dentro le sue e le nostre profondità. A Gioiosa Marea esiste sulla stRada che porta alla stazione ferroviaria un piccolo cancello di ferro che conduce ad una grotta meravigliosa di origine marina “La grotta del Tono”.

La storia parla di Ciappe di Tono, il luogo dove fu costruita Gioiosa Marea. Ciappe di Tono era la Roccia, il logos, chiamato così fin dall’ antichità. Le ciappe sono pietre bianche, grandi e piatte che abbondano nelle nostre spiagge (i bambini infatti giocavano al gioco delle Ciappedde). Gioiosa era una zona di proprietà della famiglia Giardina e il nomele fu dato dalla stessa famiglia intorno al 1753.

La Grotta del Tono conserva l’antico nome che rimanda al suono che emette la pietra lanciata a fil d’acqua quando rimbalza sul mare. In greco Tonos vuol dire steso, allungato e ha molti significati in diversi contesti, dalla grammatica alla medicina, dalla musica alla pittura, in cui non ci sorprende che il tono sia il passaggio di colore dall’ombra alla luce. Logos, cioè il verbo che nella tradizione cristiana e ancor prima in molte religioni ancestrali, è invece la seconda persona della trinità, cioè colui che regge il Divenire Cosmico e mette in comunicazione il Creatore con il Creato e quindi con tutte le sue Creature. È il mezzo che permette la connessione immediata e diretta dello spirito con il corpo e quindi in senso alchemico il Verbo/Tono corrisponde al concetto di Anima – La parola ha preceduto la LUCE e non viceversa: Fiat Lux e la Luce fu.

L’ uomo antico, quello delle caverne e delle grotte in esse cercava riparo, protezione, casa. Una visione così semplice racchiude in sé la sublimazione tra Uomo e Divinità. La Grotta dà la vita, garantisce la vita, è essa stessa vita. È l’archetipo dell’inconscio primordiale oltre che rappresentazione del mondo. La Grotta come la città è un’immagine ingrandita dell’anima, ma è anche insieme dell’armonia propria dei rapporti sociali: infatti abitazioni e primi culti avvenivano al suo interno. I miti di origine, di rinascita e di iniziazione e i riti e le cerimonie ad essi legati avvenivano nelle grotte e nella Grotta del Tono sono stati ritrovati manufatti risalenti al culto di Diana.

Quanta vita c’è in una grotta, allora? Sembra tutto buio e fermo al suo interno, ma non è così: le stalattiti e le stalagmiti vi si ergono da migliaia di anni come colonne del tempo e dello spazio. Le goccioline d’acqua brillano e pullulano di microrganismi scandendo i battiti di un cuore pulsante. I cristalli di salgemma delle rocce carsiche mostrano la volta di un cielo stellato sopra l’altare di pietra di quello che sembra il tempio sacro della Natura. Le radici dalle palme di un giardino pubblico belvedere che insiste proprio sotto la grotta del tono, si calano attraverso la roccia in un abbraccio che è una preghiera secolare. E così tutto prende forma e si mostra a noi. Niente. Non c’è niente di più vivo. Le pietre, le rocce e la meraviglia che tra luccichìe ombre assume quasi fattezze antropomorfe di antichi totem o animali guida. Tutto si trasforma in un modo lento, quasi impercettibile e perpetuo. Ed è inevitabile pensare allo stretto rapporto tra il mondo animale ed il mondo minerale per un approccio veramente sistemico alle tragedie del pianeta terra.

La Grotta del Tono al suo interno nasconde l’oro dei filosofi, il diamante splendente, la pietra filosofale degli alchimisti. La Grotta del Tono a Gioiosa mareas raccontano una storia millenaria che va dal Neolitico all’età del Rame, dagli Etruschi ai Greci che ci hanno resi protagonisti delle narrazioni epiche più famose al mondo. Questo territorio ha vissuto le guerre Punico Cartaginesi combattute in mare e chissà anche in questa grotta. E poi Romani, Bizantini, Saraceni, Normanni e Spagnoli fino ai nostri giorni. Si dice spesso: ” Se queste pietre potessero parlare…” Parlano vi assicuro e in molti modi. Hanno la voce del mare che le attraversa, della sabbia e delle radici che sostengono il terreno e da esso traggono nutrimento.

Grotta del Tono, si notino le radici che calano dall’alto in un rapporto stretto tra mondi.

Hanno la voce della pioggia e del vento e di tutti quelli che da qui sono passati prima di noi, sussurrando all’orecchio di potenti Divinità ancestrali: Eolo, Cerere, Dioniso, Mitra, Cibele e poi di eroi come Ulisse e guerrieri, pirati, briganti e regnanti o semplicemente bambini. Quei bambini che erano i nostri padri e i nostri nonni e che da piccoli hanno attraversato questi sotterranei per il piacere della scoperta, dell’avventura e del gioco. Attirati da quelle favole antiche: i racconti dei nostri antenati incisi tra le stelle e le rocce della natura, dalla voce/Tono è dalla mano degli uomini delle caverne. Miti della creazione appunto dell’origine della vita, che gli anziani raccontavano attorno a un fuoco proprio in questi luoghi.

Arianna Iside Indaco

Sitografia

https://www.ritosimbolico.net/studi1/studi1_27.html

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